sabato 29 luglio 2017

Zingarata alpina II

Il Cammello delle nevi

La prima volta che mi avvicinai alle Alpi in moto fu per la Via Del Sale Organizzata da Gilletti, una magnifica cavalcata, 200 moto che si arrampicavano su sterrate militari, per le Alpi Liguri e Cozie, seguendo quella che era l'antica via del sale, i sentieri attraverso cui, un tempo i mercanti portavano il sale marino, dalle coste alle regioni dell'entroterra.
Rimasi affascinato dai panorami, viaggiammo su tracce sterrate, a volte a pochi cm da profondi strapiombi, attraversando vette enormi in tunnel scavati nella roccia viva, immersi una natura incontaminata.
Ricordo che la sensazione predominante era: sentirsi piccolo, insignificante al confronto con l'immensa potenza della natura... in poche parole: Comu n'à Pulici

Ho sempre desiderato tornarci, magari con un po più di calma, per esplorare meglio quei posti..

Cosi. dopo qualche anno, ho messo insieme un percorso che potesse attraversare i mitici passi delle Alpi Cozie, toccando il meno possibile l'asfalto, e portarmi ad esplorare i confini francesi della nostra terra.



L'itinerario passa da Cuneo, e con uno zigzag tra Francia e Italia arriva fino a Bardonecchia.
Sono solo quei 1700 km di asfalto e sterrati di vario livello...  non proprio un giretto direi!

Ma cosa vuoi che sia.. sono allenato.. in fondo è solo 2 anni che non prendi la moto in maniera seria...

In un paio di giorni si fà.... Vabbò.. facciamo tre và!

Giorno 1:  Si parte

Sono le 7:00, la Moto è Pronta
E' lei la "nuova" compagna di questa avventura, una gloriosa Tenerè del '91 "la Pisciona"



Io sono armato fino ai denti: navigatore con relative tracce sterrate, telefonino, cartine stradali e pizzini con mete e svolte più significative.
Si parte, Autostrada per Genova e poi Cuneo... 320 km di "Dù Cuggliuna",
mi fermo per pranzo e.... " Ma Va fan culuuuuuu" il navigatore è fottuto, con le vibrazioni si è bruciato il display.. " 'ncignamu bonu" va bè, non è che ora torno indietro, ho ancora tutto il resto.
La direzione è Vinadio, e da qui inizia la scalata al primo passo.

Il Colle dalla Lombarda (2350 slm)

   



La strada che sale sù al colle non è un gran chè, solo uno stretto nastro malamente asfaltato, ma i panorami sono uno splendido antipasto di ciò che mi aspetta, e poi..
è la porta di ingresso alla D65, la strada francese che porta al Col de la Bonette il passo asfaltato più alto d'Europa.



Dal fondovalle la strada corre veloce, con un asfalto perfetto, attraversa piccoli paesini curati e profumati, quasi finti, da cartolina francese.
Poi però inizia a salire.. e parecchio... l'asfalto e perfetto, le curve rotonde, mi stò divertendo da matti.
Concentrato sulla strada, non mi rendo conto che il paesaggio è totalmente cambiato... i boschi e le foreste hanno lasciato il posto a brulle cime coperte solo da qualche ciuffetto di erbetta spinosa..

Sembra di essere sulla luna


Ma eccola la grande signora:
La Cime de la Bonette 
arrivati al passo, bisogna fare una piccola deviazione, poche centinaia di metri che girano intorno alla cima e raggiungiamo il cippo dei 2802 metri, siamo sul tetto d'Europa. il panorama è mozzafiato, ma appena fai due passi a piedi, sarà l'altezza o la panza, ma ti viene subito il fiatone.
Sul passo comunque è un viavai di ciclisti e motociclisti.
Mi siedo a rilassarmi 5 minuti, faccio due chiacchiere con dei ragazzi di Roma e poi via, si riparte














La strada riscende a valle, su un pizzino la prossima svolta, a La Condamine-Chatelard (ma un nome normale no?) da qui parte una stradina che dopo pochi km diventa sterrata...



Parecchio sterrata..
Ma ecco il Col du Parpallion con il suo tunnel, un buco scavato nella roccia















Il tunnel du Parpallion fu scavato dall'esercito francese, gli scavi iniziarono nel 1891 e durarono una decina di anni.
In effetti i suoi cento e passa anni li dimostra tutti... a metà del tunnel, dentro la pancia della montagna, al buio e con le rocce che ti sfiorano il casco, qualche pensierino simpatico ti vene...

Superato il tunnel dopo una decina di km su una sterrata che scende dolce a valle si riguadagno l'asfalto, da qui è tutta una tirata fino al Passo del Monginevro e poi il Sestriere.
Qui cerco in rifugio in cui ho prenotato, e che mi farà da base per il resto del giro.

La scalata del Parpallion, a livello tecnico, non è stata granchè impegnativa, salendo ho trovato qualche tratto di sassi smossi, ma poi relativamente semplice.
Tuttavia, lungo l'intero tratto non ho incontrato anima viva, per la prima volta in questo viaggio, mi sono trovato solo, intorno a me solo rocce sgretolate, che stanno li come a ricordarti quanto siano potenti le forze di questa nostra terra, e quanto tu sia piccolo.
Non nascondo che nei tratti più impegnativi, il pensiero che, un banalissimo problema, una scivolata o un piccolo guasto, potessero trasformarsi in qualcosa di molto più grave, mi procurava un pò d'ansia. Poi realizzi che non sei fuori dal mondo, nell'arco di n'a decina di km ci sono diversi paesini, e sopratutto, tra Appennini, colline Toscane o Aspromonte, ti sei trovato in posti ben più isolati.
La differenza, forse, stà in quello che ti circonda, ti guardi intorno e percepisci il monito di madre natura: "Un ci ruppiri i Cabbasisi che qui sono più forte io... e parecchio".

Comunque ecco finalmente il Rifugio



La moto va portata a spinta dal'altra parte del ponte, siamo in area protetta integrale, mmah... fatto sta che il gestore ha una paura matta delle guardie forestali, e mi fa nascondere la moto dietro la legnaia (che strane usanze che hanno al nord)
Mi sistemo in una bella camera e poi doccia e CENA.
Non c'è un menù.. mangi ciò che passa il convento.. spezzatino con polenta, piattata di salumi e formaggi, e vino... tanto vino... "Minchia chi cumbentu".
Stasera sono l'unico ospite del rifugio, rimango a chiacchera con l'oste, e tra un amaro ed un grappino si fa l'una, "menomale in montagna si va a letto presto!"

Giorno 2

Oggi mi aspetta una giornata impegnativa, in programma sterrato, tanto sterrato, alla ricerca dei posti mitici del fuoristrada alpino

Si inizia con la Strada dell'Assietta





Una sterrata ex-militare di 50 km che corre su un altopiano a 2000 m.
E' molto difficile mantenere l'occhio sulla strada, ovunque tu guardi, vieni rapito da ciò che ti circonda, un laghetto, un fortino, una fattoria isolata o solo un ricovero per gli animali, tutto ti porta dentro una cartolina colorata




Proprio in un vecchio fortino, trasformato in Bar/Rifugio dove faccio sosta per un caffè, incontro quello che sarà il mio passeggero, mosso a compassione ha deciso di farmi da spalla per il resto del viaggio.





Dalla strada dell'Assietta scendo a valle per la visita alla Fortezza di Finestrelle. Luogo in cui, secondo alcune "dicerie" del revisionismo storico, vennero deportati a migliaia tra ex-soldati Borbonici e uomini e donne che si opposero all'annessione del Sud ai Savoia, e quindi accusati di Brigantaggio.
Nooo.. Ma io non ci credo a certe "dicerie".. nooo
Bene.. meglio riprendere la moto.. và...  è meglio


Ritorno a scalare lo stesso monte da cui sono arrivato, ma questa volta fino in cima, su una sterrata divertente, in alcuni tratti la pendenza  e la ghiaia smossa la fanno diventare impegnativa, ma sempre stimolante. ed ecco in cima il Colle delle Finestre. Anche quest'ultimo passo, è abbastanza affollato,








Sotto di me una parte della discesa verso Susa e poi in fondo, le nuvole



Ritrovo l'asfalto pochi kilometri prima del centro abitato, e da Susa, tientro in Francia attraverso il Passo del Monceniso. 

Il Valico è una della più antiche e trafficate vie di transito attraverso le Alpi. Nata come mulattiera non carrozzabile divenne un'importante via d'accesso alla Francia, usata da mercanti e pellegrini venne poi ampliata e modernizzata per volere di Napoleone.
Arrivato in cima rimango folgorato dal panorama, la strada corre veloce costeggiando l'omonimo lago, le sue acque cristalline contrastano con il verde dei prati e le cime innevate.

Riscendendo il versante francese, una nota su uno dei pizzini porta sulla D902,
è una bellissima strada, che costeggiando pascoli e paesini medievali, si arrampica su, su fino al Col de l'Iseran


Anche qui siamo in alto.. quota 2770, e si sentono tutti, o meglio si vedono,
intorno le vette che prima mi sovrastavano adesso sono laggiù, in basso.
Sono rimasto particolarmente affascinato dall'Iseran, è un luogo surreale, in cima al passo, a parte il rifugio trovi solo pietre spaccate dal gelo, qualche filo d'erba, freddo e vento... tutto intorno, tanto tanto cielo, le nuvole sono rimaste giù.. parecchio più giù.

Bene, riparto facendo a ritroso la strada fino a susa, godendomi ancor di più il panorama, la strada che porta all'Iseran è stata scavata costeggiando un enorme strapiombo verticale, fino a tuffarsi in una valle colorata, costellata di piccoli borghetti medievali.
Proprio mentre costeggiavo uno di questi borghi qualcosa attira la mia attenzione...
Ma... è un cammello???? Noo "Ma chi dici.." siamo sulle Alpi, non in Africa.. "Minchia,, è nu cammellu daveru!", che ci fa un cammello sulle alpi? e sopratutto, "non mori i friddu?".

Arrivato a Susa, mi aspettano le tappe più importanti di questo viaggio: la galleria dei Saraceni  con il forte jafferau e il colle del Sommeiller,
Sono le 16, dice che in montagna fa buio presto ed è iniziato a piovere.
Credo di aver fatto male i conti, non posso farli entrambi, devo scegliere.

La galleria dei Saraceni è una spettacolare galleria curva, scavata intorno al 1920 lungo la strada militare 79,  una magnifica sterrata che serviva a collegare le fortificazioni costruite su versante orientale della val susa, per poi arrivare a Bardonecchia.
Da Bardonecchia parte un'altra traccia, questa volta più recente che porta su fino al colle del Sommeiller. Traccia che con i suoi 3008 m, è la strada più alta delle Alpi.

Sembra però che la Galleria dei Saraceni, potrebbe essere chiusa, cosi per evitare un giro a vuoto decido per una veloce tirata in superstrada fino a Bardonecchia, per poi salire al Colle del Sommeiller. 
Da Baronecchia una facile e divertente sterrata mi porta fino al rifugio Scarfiotti, qui mi dicono che la strada che sale al Sommeiller fino alle 17 è a pagamento (pochi euro), poi il casellante va via, "tanto, è tardi, e non sale più nessuno". Se però uno vuole avventurarcisi, è libero di farlo.... E mmoh??? Sono le 18:00
Seeeeh... sono arrivato fin qui.. ormai me la rischio e salgo sù.
La traccia inizia subito abbastanza impegnativa, una lunga serie di tornanti di pietre smosse scala il crinale a strapiombo, dopo poco tempo il rifugio Scarfotti rimane laggiù, piccolo piccolo e tu stai salendo sulla luna...
Mentre salgo su, incrocio un ktm e due fuoristrada messi da combattimento, poi più nessuno...
Continuo a salire, il cielo si fa prima grigio, poi nero, io sto tagliando una scarpata, sotto le ruote una pietraia ed a mezzo metro il nulla...
Si.. mi inizia a salire un pelo d'ansia..
Ma poi ecco... i primi segni del ghiacciaio.. ritorno a respirare, mi fermo, qui ci vuole una bella foto...
Cazz... la batteria del telefonino è scarica ... 
Nico.. niente panico, ormai manca meno di un chilometro alla meta,
Cazzo questo è il chilometro più lungo della mia vita.. il cielo, nero come la pece, inizia a borbottare, ed io ci sto entrando proprio dentro, mentre salgo inizia il circolo delle seghe mentali, da quasi un ora che salgo e non ho incontrato anima viva, se dovesse capitare una qualsiasi stronzata, rimarrei bloccato li, in mezzo al niente a 2° e con un temporale in arrivo, e come ciliegina,  seppur ci fosse campo, ho il telefono scarico... ecco perchè, dopo le 17:00 non sale più nessuno... merda, si merda, merda, merda.
Arrivo al piazzale sotto il laghetto omonimo, un picchetto segna "Col del Sommeiller, 3008 m.", intorno solo pietre, neve e nuvole. Faccio appena in tempo a raggiungere il laghetto che intorno parte una Tarantella di lampi e tuoni..
ed io sono proprio li, in cima  alla montagna, come un perfetto coglione mascherato da parafulmine.
Si.. Bello, Affascinante, Meraviglioso... ma ora.... CIAONEEEEEE
Non ve lo nascondo, mi sto cagando sotto, inizio a scendere come un dannato,
La pietraia fatta a salire? VO-LA-TAA . Messa la dovuta distanza dalla cima e dai fulmini, finalmente posso tornare rilassato verso l'amico oste che mi aspetta per cena.
Stasera il rifugio è pieno, ci sono due gruppi di escursionisti, e un ragazzo in moto da Torino, anche lui viaggia da solo in cerca di polvere, cosi finiamo a chiacchierare di tracce, percorsi e luoghi da visitare, mentre il nostro ospite, suggerendoci posti e percorsi nella zona, fa il pieno ai nostri bicchieri non appena entrano in riserva.... Non mi ricordo molto dei suggerimenti... Però il vino era Bono!!


Giorno 3

Si torna verso casa..
Ovviamente per la via più breve, che, come tutti sanno passa per il Monginevro, entra in Francia dove arrampicandosi per Col d'Izoard, arriva ai 2744 m del Colle dell'Agnello, che segna il confine tra Italia e Francia. Il passo non è certo uno dei piu alti, ma regala dei paesaggi magnifici, un nastro d'asfalto da fare pennellando ogni curva, come su una tela piena di tutti i colori della natura.








Panino veloce sulle sponde del lago di castello e poi di nuovo in moto.
Il sole è ancora alto nel cielo, non ho voglia di infilarmi subito in pallostrada, cosi a Sampeyre lascio la via principale per salire su a Colle di Sampeyre, e poi andare a prendere la Strada del vallone di Elva

La Strada del Vallone Di Elva  o orrido d’Elva, è un capolavoro d’ingegneria: 10 chilometri di strada fiancheggiata da pareti di roccia viva, con dodici gallerie scavate nella roccia, pareti a strapiombo e panorami mozzafiato.
La Strada è ormai semi-abbandonata, spesso chiusa per le frane, ma vale assolutamente la pena tentare.
Male che vada tornerò indietro...
Si dice che la fortuna aiuti gli audaci, così, non vedendo (forse per distrazione, boh...) nessun divieto mi ritrovo dentro la prima, spettacolare galleria






Guido ammaghato da quello che mi circonda, l'asfalto rovinato e sporco si continua ad infilare in buchi neri dentro la montagna, ogni tanto incrocio qualche moto o gippone che sale, poi guido solo fino all'incrocio con la statale.



Mi rimane l'ultimo passo di questa avventura, Colle della Fauniera (2481m.),
E' una strada asfaltata ma molto stretta e senza protezioni, abbastanza pericolosa, ma che riesce comunque a regalare dei panorami mozzafiato

Sono stanco, davvero stanco, questi tre giorni sono stati davvero impegnativi, ma, hanno riempito i miei occhi con i colori del cielo, il verde dei prati e tutti gli altri colori dell'arcobaleno... si.. compreso il grigio della polvere.
Adesso posso tornare a casa..
L'epilogo
Alle porte di Cuneo mi fermo ad un piccolo distributore per fare il pieno prima di entrare in autostrada, tiro giù il cavalletto e la moto, anche se in folle, si spegne con uno scoppietto.. non ci faccio caso. faccio il pieno e riparto.
Dopo qualche chilometro la moto inizia a scoppiettare, prima poco, poi sempre di più, fino ad ammutolirsi totalmente, insisto, ma niente, il motore gira, ma con delle gran fucilate dallo scarico ma senza andare in moto.
Provo a sostituire la candela, spurgare il carburatore (magari fosse entrata acqua), smontare la centralina, smuovere tutti i connettori, sniffo pure il serbatoio... ma nulla non c'è versi...
Stavota su futtutu.
Non mi resta che trovare un meccanico in zona, gli lascio la moto e mi faccio accompagnare alla stazione, dove scopro che l'ultimo treno utile era appena passato, il prossimo è domattina alle 6.
Prendo una stanza in un'albergo vicino la stazione... Una vera bettola, sporco e fatiscente, mentre faccio la doccia si stacca pure l'asta e mi pigja ntà testa.
Non ho più dubbi... Chistu è occhiu
Durante la notte non dormo, penso e ripenso a cosa può essere successo, sembrerebbe un problema elettrico, bho.. faccio mille ipotesi, ma è il giorno dopo sul treno che mi viene l'illuminazione... mi è passato un flash di me che mi fermavo al distributore.. ma non è che, rintronato come ero, mi sono fermato alla pompa del diesel, ed il benzinaio, rintronato più di me, mi ha fatto il pieno di gasolio? No ma non è possibile, ho annusato il serbatoio ed era benzina.

Insomma... La settimana dopo torno a prendere la moto..
A casa controllo ed era davvero colpa del gasolio. Ma essendo più pesante della benzina, dal tappo del serbatoio si sentiva solo l'odore di quest'ultima.
Ma allora... MA  VAA... FAN... CU...LUUU.....UUU